Mi presento, Simona quasi 50 anni, sposata, due figli di 13 e 16 anni, sono un architetto, lavoro, guido, cucino, faccio le pulizie, insomma faccio tutto quello che fanno milioni di altre donne. Unica differenza è la carrozzina sulla quale sono seduta da ben 17 anni …

Posso dire che mi sento pienamente inclusa nella società.
A volte fin troppo perché nella mia apparente “normalità” chi mi sta attorno non capisce le difficoltà che molte volte devo affrontare per poter essere UGUALE, a volte meglio di altri.

Da ragazzina ho sempre avuto una vita allegra e dinamica, delusioni amorose come tanti adolescenti. All’epoca camminavo e non era molto evidente il mio handicap. Però il mio fisico non era perfetto, con i piedi e la schiena decorati da cicatrici che non mi incoraggiavano ad indossare minigonne o scarpe con i tacchi. A quell’età, essere lasciati da un ragazzo veniva associato all’handicap e non nego che molte volte ho maledetto di essere nata con la spina bifida.

Poi sono cresciuta, ho conosciuto Claudio, il mio attuale marito. Il tutto è coinciso con un periodo di grandi cambiamenti: il lavoro, la fine di una storia durata anni, andare a vivere per conto mio, un nuovo intervento alla schiena che nel giro di pochi anni mi ha reso paraplegica. Nonostante la mia nuova condizione Claudio mi ha accettato iniziando insieme una nuova vita. Dopo alcuni anni di bellissimi viaggi in tutto il mondo, abbiamo deciso di avere dei figli.

Ringrazio tantissimo ASBI che mi ha dato la possibilità di partecipare nel 2004 ad un convegno sulla prevenzione, dove ho conosciuto ottimi medici e genetisti che mi hanno seguito e supportato in tutti i mesi antecedenti al concepimento affinché potessi prevenire eventuali malformazioni.

Auspico che tutte le persone che intendono avere figli vengano adeguatamente informate sugli strumenti di prevenzione e che come me, possano mettere al mondo bambini sani.


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